Paralimpiadi a Roma 2024, il Cip è favorevole: “Ma parliamone più in là”

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“Mi auguro che oggi non si continui a parlare di Roma 2024, perché sarebbe offensivo verso gli atleti paralimpici che oggi iniziano la loro avventura olimpionica”. Il sindaco di Roma Virginia Raggi ha ricevuto in Campidoglio una delegazione di atleti paralimpici accompagnata da Luca Pancalli, presidente del Comitato Paralimpico Italiano (Cip). Durante l’incontro si è discusso un po’ di tutto, ma fondamentalmente Pancalli ha chiesto al neosindaco pentastellato di poter avere una tregua in merito all’eterna diatriba delle “Olimpiadi sì-Olimpiadi no” che sta infiammando il dibattito.

A luglio prima di partire per Rio gli atleti olimpici hanno goduto della massima attenzione mediatica, per cui mi piacerebbe che si facesse lo stesso con gli atleti paralimpici. Sono ragazzi che hanno conquistato la loro carta olimpica dopo quattro anni di sacrificio e impegno”, per cui quanto meno in questa fase sarebbe opportuno non continuare a litigare su Roma 2024. “Io non vieto nulla a nessuno – ha chiarito Pancalli – ma pretendo solo rispetto. Se proprio dobbiamo parlare di Roma 2024 lo si potrà fare dopo le Paralimpiadi”.

Dopo la Paralimpiadi, comunque, il Cip si dice comunque pronto a discutere di Olimpiadi e di Paralimpiadi a Roma, e non si dice neanche tanto contrario all’idea di una candidatura italiana: “E’ vero che accettare le Olimpiadi da noi significa vere degli oneri, ma significa avere anche grosse opportunità. Posso garantire che se la candidatura olimpica è grossa, quella paralimpica per una città come Roma è straordinaria. Le Paralimpiadi possono essere uno tsunami culturale, sociale ed economico. Possono essere un’occasione irripetibile per ripensare l’intera città in termini di accessibilità, di immagine alla disabilità e di vivibilità delle periferie”.

A questo proposito Pancalli ha citato a titolo di esempio Pechino, città che quando ospitò le Olimpiadi fece molto di più per i disabili in una sola edizione che nell’intera storia del comitato cinese. E poi Londra, che se “prima delle Olimpiadi era una città mediamente accessibile, nel dopo il livello è decisamente aumentato”.

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