Il servizio a domicilio della spesa è andato in tilt: disabili e anziani a disagio

assistenza disabili

La parola lockdown è ormai sulla bocca di tutti. Per arginare l’avanzare del coronavirus, il governo ha adottato dei provvedimenti volti alla reclusione forzata in casa, definita simpaticamente “quarantena”. Iniziata l’8 marzo, dovrebbe terminare, se tutto va bene, il 3 maggio. Poi, lentamente, dovrebbero riaprire tutte le attività commerciali, le aziende, le fabbriche e gli uffici. Naturalmente, per un certo periodo, il distanziamento sociale sarà obbligatorio e i cittadini saranno obbligati a circolare con mascherina e guanti.

Il problema della disponibilità economica di ogni famiglia si sta acuendo. Molte hanno quasi esaurito i fondi disponibili. Le misure di sostegno varate dal governo non sono ancora arrivate. Con il passare delle settimane, la situazione è diventata estremamente difficoltosa per quelle fasce della popolazione più a rischio, nella fattispecie anziani e disabili non autosufficienti. Il servizio di consegna di alimenti e beni essenziali a domicilio, inizialmente ben funzionante, in questo mese di aprile ha subito dei notevoli rallentamenti, soprattutto in Lombardia, regione che più di tutte è stata colpita da una feroce epidemia, che ha provocato migliaia di decessi e numerosissimi contagi.

Si tratta di migliaia di uomini e donne, che non hanno la possibilità materiale di recarsi in macchina, a piedi o tramite i vari ausili personali come le carrozzine elettroniche nei supermercati per acquistare i beni di prima necessità. L’aggravante è che le aziende facenti parte del circuito della grande distribuzione alimentare non hanno provveduto a creare canali e servizi esclusivi e specifici per le persone con disabilità e anziani impossibilitati a deambulare.

In queste settimane di indubbia difficoltà sociale e sanitaria, la tecnologia è diventata uno strumento essenziale per molteplici aspetti, una fra tutti la possibilità di lavorare da casa e la garanzia della continuità didattica per gli alunni delle scuole elementari, medie e superiori. Ma, all’interno di questa efficienza informatica, manca quella rivolta all’aspetto più importante della vita: il diritto all’alimentazione. Una carenza che ha causato alle persone disabili e agli anziani enormi problemi.

Le testimonianze di questa inefficienza ai tempi del coronavirus sono numerose. Molti soggetti hanno denunciato una carenza di attenzione e l’assenza di un canale dedicato ai soggetti più deboli, che devono necessariamente utilizzare le piattaforme online per fare la spesa. Per loro, uscire di casa è praticamente impossibile.

Per fortuna, in diversi casi, la coscienza e l’empatia dei cittadini si sono manifestate. Anziani e persone disabili, a cui manca il supporto dei parenti stretti, hanno trovato nei vicini di casa quella collaborazione sociale che molto spesso è venuta a mancare nei tempi antecedenti alla pandemia. Chissà se, quando sarà tutto finito, questa umanità continuerà a manifestarsi.

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