Disabili non collaboranti in visita? Gli ospedali italiani si organizzano

disabili non collaboranti

Capita che nei casi di grave disabilità anche solo sottoporsi a una visita dentistica o ad una qualunque altra visita specialistica possa diventare un problema. Del resto una persona con gravi deficit fisici o intellettivi non sempre è nelle condizioni di capire a cosa stia per essere sottoposta, ed è per questo motivo che in questi casi tanto particolari v’è bisogno di personale adeguato e di una struttura adatta che mettano nelle condizioni di poter gestire situazioni per così dire critiche. Ma le strutture pubbliche sono realmente attrezzate per fornire prestazioni di questo genere alle persone disabili?

Non proprio, anche se qualche piccola eccellenza nostrana sta comunque provando a farsi strada. Ad esempio, a Roma è stato attivato “il percorso di Gianni” tramite il quale viene garantita assistenza a tutti quei pazienti che devono essere sottoposti a visita ma che per via della loro grave disabilità “non collaborano”.

La richiesta di attivare un percorso mirato per questa particolare fascia di pubblico può essere espletata sia dal medico curante sia da un familiare semplicemente mettendosi in contatto con il numero verde 800.894.336: questo centralino fornirà tutte le risposte necessarie per organizzare l’accesso alla prestazione da parte di un disabile non collaborante; inoltre “il percorso di Gianni” non coordina solo l’arrivo alla visita medica, poiché mette a disposizione anche un operatore dell’equipe in maniera tale che il soggetto interessato e i suoi accompagnatori siano in grado di risolvere al meglio degli eventuali inconvenienti organizzativi.

Presso il Policlinico Paolo Giaccone di Palermo esiste invece il progetto che prende il nome di ANCORA, e che prevede che venga attivata una corsia preferenziale per permettere ai disabili non autosufficienti di accedere con rapidità alle prestazioni sanitarie d’ambulatorio, ai ricoveri programmati e alle urgenze di tipo medico. Presso l’ospedale in questione esiste infatti sia una equipe multi-professionale che gestisce gli accessi programmati alle varie Unità Operative (come cardiologia, odontoiatria, fisiatria, ecc.), sia uno staff psichiatrico il cui compito è quello di accogliere nel migliore dei modi i disabili psico-intellettivi e più in generale tutti i “non collaboranti”.

Piccole eccellenze, insomma, che si stanno attrezzando per far sì che il diritto alla salute possa venire ripristinato davvero a chiunque. L’augurio, neanche a dirlo, è che questo sistema possa presto diffondersi a macchia d’olio nel resto dell’Italia!

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