Rendere la casa adatta all’utilizzo da parte di un disabile comprende una serie di lavori per i quali è possibile richiedere delle interessanti agevolazioni da parte dello Stato. Si tratta non di incentivi o di sconti, ma di agevolazioni garantite sulla tassazione IRPEF degli anni successivi. Tutte le spese quindi dovranno essere saldate direttamente da chi richiede lo svolgimento dei lavori, solo in seguito sarà possibile recuperare parte della cifra spesa. Si deve inoltre considerare che questo tipo di agevolazioni vengono stabilite dallo stato di anno in anno, la legislazione oggi vigente stabilisce l’ammontare delle agevolazioni per lavori svolti fino al 31 dicembre 2018, mentre sono già state confermate le agevolazioni per i prossimi due anni, anche se non è detto che non si verifichino modifiche sui tetti di spesa o sull’ammontare di ogni specifica agevolazione.
Cosa si intende per barriere architettoniche
Nonostante quanto si creda il concetto di barriere architettoniche è decisamente molto ampio; rientrano infatti nell’ambito dell’abbattimento delle barriere architettoniche tutte le ristrutturazioni che consentono un migliore movimento di un disabile all’interno e all’esterno di un’abitazione. Sono quindi da considerare adeguamenti corretti sia l’installazione di una piattaforma elevatrice per disabili, che permette loro di salire ai piani superiori di un’immobile o di superare una rampa di scale, sia lavori di adeguamento della dimensione delle porte o della disposizione e tipologia dei sanitari in bagno. Stiamo quindi parlando di un settore molto ampio di ristrutturazioni attuabili. Per come funzionano oggi le agevolazioni da parte dello Stato è bene anche considerare che sono disponibili da tempo anche le detrazioni del 19% sull’acquisto di mezzi per il sollevamento del disabile o per l’acquisto di ausili tecnologici: le due agevolazioni non sono cumulabili.
Quanto si risparmia sulla ristrutturazione
Le agevolazioni dello Stato ammontano, per il 2018 (ma presumibilmente saranno simili anche per gli anni successivi) al 36% della spesa effettuata dal disabile, o dai suoi famigliari, o dal proprietario di un’abitazione, per qualsiasi lavoro di ristrutturazione volto all’abbattimento delle barriere architettoniche. Oltre a questo l’IVA applicata sui lavori dovrà essere calcolata al 4%, molto meno quindi rispetto alla tassa applicata comunemente su questo tipo di lavori. Il tetto massimo di spesa ammonta a 48.000 euro, quindi per lavori di ammontare molto maggiore si potrebbe riconsiderare la detrazione del 19% sull’acquisto di mezzi per il sollevamento del disabile, in modo da ottenere la massima agevolazione possibile. Mentre la detrazione del 19% si ottiene subito, al momento dell’acquisto del bene, nel caso delle agevolazioni per ristrutturazione si ottiene una detrazione sull’imposta IRPEF degli anni successivi a quello della ristrutturazione, suddivisa in 10 rate, quindi in 10 anni. Possono chiedere le agevolazioni tutti coloro che possiedono l’immobile, o anche chi vi abita o ne fa uso a qualunque titolo. Quindi anche un disabile che vive in un’abitazione in affitto può godere di tutte le agevolazioni oggi disponibili.
Che tipo di lavori
La legislazione comprende anche un chiaro elenco di tutti i lavori che godono delle agevolazioni sopra descritte. Si tratta di una lista molto ampia, a partire dall’installazione di un elevatore per accedere in modo più pratico ai piani alti di un’abitazione. L’agevolazione è richiedibile anche per la sostituzione di un vecchio elevatore con uno nuovo, in adeguamento ai nuovi regolamenti in merito. Allo stesso modo si può richiedere l’agevolazione per l’installazione di piattaforme elevatrici, montascale o anche rampe volte al migliore e più facile superamento di una o più rampe di scale. Possono ottenere il risarcimento anche tutti coloro che effettuano lavori per installare o sostituire un qualsiasi tipo di montacarichi, o anche coloro che modificano le dimensioni di porte e finestre, rifanno le cale interne, migliorano le superfici interne ed esterne alla casa, il tutto con lo scopo di assicurare un movimento più facile al disabile. Rientrano nel concetto di abbattimento delle barriere architettoniche anche i lavori di miglioramento dell’impianto di citofoni o telecamere nell’abitazione o all’esterno, così come l’eventuale sistemazione del bagno.
Come ottenere le detrazioni IRPEF
Hanno diritto alle agevolazioni con detrazione del 36% sui lavori svolti tutti coloro che decidono di abbattere le barriere architettoniche di un immobile. Per poter ottenere lo sgravio fiscale è necessario inserire nella dichiarazione dei redditi i dati dell’immobile su cui sono stati fatti i lavori; il pagamento di tali lavori deve essere fatto tramite bonifico bancario, nel quale deve comparire il codice fiscale di chi effettua il pagamento e quello di chi otterrà benefici diretti da tale ristrutturazione. Tutta la documentazione che riguarda i lavori svolti, il tipo di soluzione scelta per l’abbattimento delle barriere architettoniche e così via dovranno essere conservati. Chi invece intende usufruire delle detrazioni al 19% per l’acquisto di mezzi tecnologici e di sollevamento per il disabile deve avere a disposizione anche la documentazione che certifica la gravità e il tipo di disabilità in atto. Questo tipo di certificato è necessario anche per ottenere, sugli stessi prodotti, l’IVA agevolata al 4%.