Ricordando Beethoven: un genio con disabilità

Beethoven

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Il 2020 segna il 250° anniversario di Beethoven; Bonn (Germania) è molto orgogliosa del suo famoso figlio, nato qui, vicino al fiume Reno. Chiunque guidi attraverso la città può vedere il profilo di Beethoven al semaforo che diventa verde. Tutti capiscono che il messaggio di un semaforo verde è “Vai avanti, sei libero di guidare”. Per alcune persone, vedere questo semaforo collegato alla silhouette di Beethoven significa ammirare maggiormente questo grande compositore che, nonostante la sua progressiva sordità, continuò a comporre dei capolavori.

Le persone con disabilità sono circa un miliardo nel mondo, con una tendenza crescente a causa della longevità. L’80% abita nei paesi in via di sviluppo, dove la vita è spesso molto più difficile per loro. Dal 2006, le persone con disabilità sono protette da uno speciale trattato delle Nazioni Unite, la “Convenzione sui diritti delle persone con disabilità”, firmata da 163 paesi e dall’Unione Europea. Tuttavia, in molti luoghi devono ancora combattere per i loro diritti.

Tornando a Beethoven, i suoi brani musicali sono famosi in tutti i continenti. Il suo straordinario talento musicale divenne evidente in tenera età e gli fu insegnato intensamente da suo padre. Nato nel 1770 a Bonn, si trasferì a Vienna all’età di 21 anni, trascorrendo il resto della sua vita professionale lì. A Vienna, lavorò insieme a Haydn, creandosi molto presto una certa reputazione nella capitale austriaca. Iniziò ad esibirsi nei saloni della nobiltà viennese, la quale gli offrì sostegno finanziario. Tuttavia, quando iniziò il diciannovesimo secolo, il suo udito iniziò a deteriorarsi, rendendolo quasi completamente sordo nel 1814, anno in cui smise di esibirsi e apparire in pubblico.

Ma la sua sordità non gli impedì di continuare a comporre; la famosa “Nona Sinfonia”, uno dei primi esempi di sinfonia corale, fu creata dal 1822 al 1824. Questo capolavoro è considerato da molti musicologi il più grande lavoro di Beethoven e considerato uno dei successi supremi nella storia della musica occidentale. Le parole derivano da una poesia scritta dal poeta tedesco Friedrich Schiller, il famoso “Inno alla gioia” con alcune aggiunte di testo da parte dello stesso compositore. Questo capolavoro musicale si pone come una delle sinfonie più eseguite al mondo. Nella fase iniziale dell’integrazione europea, la Nona Sinfonia è stata scelta come l’inno dell’Europa. Un’ottima scelta!

Proviamo ad immaginare: un compositore sordo è in grado di creare una sinfonia così preziosa, utilizzando nient’altro che la sua personale conoscenza del suono della musica e la pura immaginazione dei toni vocali e strumentali. Un fulgido esempio per chi teme che la propria sordità possa essere un limite al proprio talento, che non dovrebbe essere mai sedato ma utilizzato come potere, con coraggio e con grande creatività.

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