La scorsa settimana, la Francia ha lanciato segnali positivi sul fronte dei diritti umani e dell’uguaglianza: a tutte le persone con disabilità deve essere garantito il diritto di voto.
Attualmente l’articolo 5 del Codice elettorale francese consente a un giudice di privare le persone a cui è stato assegnato un tutore di prendere decisioni a loro nome in merito al diritto di voto. Il più delle volte ciò influisce sulle persone con disabilità. Tuttavia Sophie Cluzel, Sottosegretario di Stato per le persone con disabilità, ha dichiarato di pretendere che le persone con disabilità siano tutelate per avere il diritto di voto.
In una dichiarazione, la Cluzel ha affermato che “la nostra legislazione francese non può, da un lato, affermare che le persone con disabilità siano cittadini come tutti gli altri e, dall’altro, togliere loro l’attributo più emblematico della cittadinanza”.
Già nel gennaio 2017, la Commissione consultiva nazionale francese per i diritti umani ha chiesto l’abrogazione dell’articolo 5 del Codice elettorale. Questa raccomandazione era stata avanzata anche dell’esperto delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità.
Il trattato sui diritti delle persone con disabilità, ratificato dalla Francia e da oltre 170 altri paesi, riconosce a queste persone il diritto di prendere decisioni per conto proprio come chiunque altro. A tal fine, le varie nazioni non dovrebbero privare o limitare una persona con capacità giuridica sulla base della sua disabilità, anche ponendola sotto tutela. Tuttavia, sono ancora poche le nazioni che consentono una partecipazione politica senza restrizioni da parte di persone con disabilità psicosociali o intellettuali.
In Perù, dopo continue pressioni da parte delle organizzazioni nazionali dei disabili, i funzionari hanno ammesso che circa 20.000 persone con disabilità intellettive e psicosociali erano state escluse dal registro degli elettori. Nel 2011, le politiche che escludono le persone con determinate disabilità dalle liste elettorali sono state annullate. In Europa, la società civile si è mobilitata con successo contro le linee guida del Consiglio europeo che consentivano di privare le persone con disabilità ad esercitare il loro diritto al voto se fossero ritenute prive di “giudizio proprio”.
Nonostante l’obbligo internazionale della Francia di riconoscere la capacità giuridica delle persone con disabilità, la tutela è ancora ampiamente applicata: secondo un esperto delle Nazioni Unite, nel 2015 circa 385.000 persone erano sotto tutela. Il 17% di loro (circa 65.000 persone) era stato privato del proprio diritto al voto. La Francia dovrebbe procedere prontamente alla riforma e diventare un esempio per contribuire a rendere veramente universale il suffragio verso il diritto al voto delle persone disabili.