Demenza senile, sintomi iniziali e come comportarsi

La demenza senile è una condizione di progressivo peggioramento delle funzioni cognitive dell’individuo: linguaggio, memoria, concentrazione, problem solving.

demenza senile sintomi iniziali

Si tratta di abilità indispensabili per poter gestire autonomamente la propria vita quotidiana. Ma con l’inizio della malattia, peggiorano anche la motivazione e la capacità di coinvolgimento emotivo.

Anche se la demenza senile interessa soprattutto le persone anziane, in circa il 2-10% de casi può essere diagnostica prima dei 65 anni d’età.

Quali sono le cause della demenza senile

La demenza senile può avere tante cause, alcune strettamente legate a disturbi a carico del sistema nervoso centrale, ed altre all’uso di alcuni farmaci o alla presenza di malattie infettive.

In generale, la demenza senile si riconduce a patologie specifiche come:

Sono malattie tipiche dell’età avanzata ma non esclusive, che possono portare a danni più o meno diffusi delle cellule del cervello che smettono di funzionare e comunicare.

Questo porta a una progressiva disconnessione cerebrale e alla riduzione delle capacità cognitive-comportamentali che vengono poi definite col termine di “demenza senile”.

Tra i fattori di rischio ci sono anche:

  • eccesso di carboidrati nella dieta;
  • consumo di cibi ad alto indice glicemico;
  • ipertensione.

Per proteggersi dalla demenza senile è fondamentale anche il mantenimento di un buon livello di attività cognitiva cercando di impegnarsi in attività lavorative, di studio e ricreative.

Demenza senile: sintomi iniziali e progressivi

I sintomi della demenza senile sono diversi in base ai pazienti, ma quasi tutte le forme si caratterizzano per una progressione costante dopo il primo esordio.

Nella fase iniziale, il disturbo prevalente è la perdita di memoria, episodica: diventa difficile ricordare conversazioni, appuntamenti o informazioni ottenute di recente.

Inoltre, capita che l’anziano abbia difficoltà a trovare la parola giusta in un discorso, ad eseguire dei compiti più complessi e cambi l’umore.

In uno stadio intermedio, vengono compromesse anche le funzioni cognitive con difficoltà di linguaggio, problemi visuo-spaziali (la persona non trova la strada di casa) e problemi comportamentali quali irrequietezza, nervosismo e vagabondaggio.

Nello stadio terminale, il paziente ha bisogno di un caregiver da cui dipende totalmente perché ha perso completamente l’autonomia e può manifestare:

Difficoltà di movimento;

  • Disfagia;
  • Incontinenza;
  • Incapacità di interagire con l’ambiente circostante

Come si diagnostica la demenza senile

Per poter diagnosticare la demenza senile devono essere rispettati alcuni criteri:

  • Una o più aree cognitive o comportamentali devono essere compromesse;
  • La gravità dei sintomi è tale da compromettere le funzioni del paziente;
  • Al momento della diagnosi non devono esserci altre condizioni cliniche possono alterare lo stato di coscienza e le funzioni cognitive.

Il percorso per la diagnosi della malattia coinvolge varie figure e prevede diversi passaggi ed esami.

Si parte dalla anamnesi, con supporto dei familiari e/o del caregiver per evidenziare evidenti cambiamenti cognitivo-comportamentali nel paziente.

Poi si effettua una valutazione neurologica e psicologica, a cui si aggiungono esami bioumorali e accertamenti di neuroimaging come la RM cerebrale, la PET o SPECT e la TC.

Demenza senile: cura e trattamenti

La cura per la demenza senile mira a rallentare la progressione della malattia e migliorare la qualità della vita del paziente, senza poterla risolvere.

I trattamenti comprendono sia approcci farmacologici, con farmaci specifici per diverse forme di demenza, sia interventi non farmacologici.

Per l’Alzheimer, si utilizzano inibitori dell’acetilcolinesterasi e Memantina; per la demenza con corpi di Lewy, oltre a questi, vengono usati neurolettici atipici e L-Dopa.

In caso di demenza vascolare si interviene trattando le cause cerebrovascolari e usando farmaci cognitivi e psichiatrici.

La stimolazione cognitiva, attraverso programmi come il training cognitivo e il programma 3R, supporta il paziente nell’orientamento, nella reminiscenza e nella rimotivazione.

Inoltre, nei casi più avanzati, viene utilizzata la terapia della validazione e la stimolazione cerebrale non invasiva, che ha dato risultati promettenti nel migliorare le funzioni cognitive.

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