Con l’avanzare delle età le performance cognitive iniziano ad essere meno efficienti, può succedere di dimenticare qualcosa detta poco prima o dei nomi, ma anche di entrare in una stanza e non sapere più cosa si era andati a fare, o di non ricordare dove aver messo un oggetto.
Sono tutte dimenticanze che possono far pensare a un inizio di demenza senile, dovuta all’invecchiamento precoce ma, in realtà, non è sempre così.
Per avere una diagnosi certa bisogna prendere in considerazione la storia clinica del paziente, esaminare i sintomi iniziali e tutti i fattori di rischio.
Cos’è la demenza senile?
La demenza senile indica un gruppo di malattie neurodegenerative che riguardano soprattutto l’età avanzata, caratterizzata dalla riduzione graduale delle facoltà cognitive, quasi sempre irreversibile.
Può colpire anche persone più giovani, ma è tipicamente una patologia che coinvolge gli anziani. Le malattie neurodegenerative dell’encefalo che rientrano nella voce “demenza senile” sono:
- Morbo di Alzheimer;
- Demenza vascolare;
- Demenza a corpi di Lewy.
Riconoscere i primi campanelli d’allarme della malattia è fondamentale per prenderla in tempo e attuare subito le terapia necessarie per rallentarne la progressione.
Primi sintomi della demenza senile
La demenza senile è caratterizzata dalla morte delle cellule cerebrali e, questo fenomeno comporta che i sintomi siano destinati a progredire e peggiorare nel tempo.
Non a caso si parla di tre stadi: stadio di esordio (sintomi iniziali), stadio intermedio (i sintomi peggiorano e ne compaiono di nuovi), stadio finale o avanzato (il quadro clinico è incompatibile con una vita normale).
Noi vogliamo soffermarci sui primi sintomi da prendere come campanello d’allarme per richiedere una visita neurologica di approfondimento.
Sintomi della demenza senile (Stadio di esordio):
- Perdita di memoria a breve e medio termine;
- Difficoltà di concentrazione;
- Lievi difficoltà di linguaggio, comprensione e di calcolo;
- Problemi a seguire una conversazione;
- Difficoltà a svolgere semplici attività quotidiane;
- Cambio di umore frequente;
- Confusione sul luogo in cui si trova.
Come si fa la diagnosi di demenza
Dopo l’esordio dei primi sintomi, lo specialista neurologo prescrive alcuni test neuropsicologici che, se non a norma, portano al passo successivo, gli esami neuroradiologici.
Tra questi ci sono la risonanza magnetica nucleare (RMN) e la tomografia assiale computerizzata (TAC) dell’encefalo. Entrambe permettono di valutare la salute di quest’ultimo e di evidenziare gli eventuali processi di atrofia della corteccia cerebrale (morbo di Alzheimer) o alterazioni cerebrovascolari (demenza vascolare).
Vengono, inoltre, eseguiti anche esami di laboratorio tra cui: emocromo, glicemia, urine, test tossicologici, analisi del liquido cerebrospinale e ormoni toroide.
Cura per la demenza senile
Essendo una malattia neurodegenerativa non esiste una cura, la gestione riguarda i sintomi che, con trattamenti specifici, vengono ridotti e rallentati per cercare di limitare le conseguenze della degenerazione cognitiva dell’individuo.
La cura dei sintomi della demenza è composta da diversi trattamenti tra cui farmaci, terapia occupazionale, fisioterapia, terapia del linguaggio e del comportamento, stimolazione cognitiva.
Tra i farmaci utilizzati per la demenza senile ci sono gli inibitori dell’acetilcolinesterasi (es: donepezil, galantamina e rivastigmina) e la memantina.
Qual è la differenza tra demenza senile e Alzheimer?
La demenza senile esordisce soprattutto con l’avanzare dell’età ed è correlate all’invecchiamento, mentre il morbo di Alzheimer è la più comune demenza degenerativa che si manifesta intorno ai 65 anni.
Cosa fare se si sospetta la demenza senile?
In caso di sintomi sospetti che possono far pensare all’esordio della demenza, bisogna recarsi dal neurologo che sottoporrà il paziente a una serie di test arrivare a una diagnosi.
Qual è la prognosi per la demenza?
La demenza senile è una condizione incurabile, pertanto è possibile soltanto gestire i sintomi e rallentare la progressione della malattia che, inevitabilmente, ha una prognosi negativa.