Guidato dall’Università di Leeds, il progetto “Imaging Technologies for Disability Futures” riunirà per la prima volta esperienza in arti e discipline umanistiche, design, ingegneria e robotica per aumentare la comprensione di come la disabilità è attualmente rappresentata e i modi in cui la tecnologia può migliorare la vita nel futuro.
Il progetto quinquennale da 1,5 milioni di sterline inizierà nel gennaio 2020. Vari gruppi di persone disabili in tutto il Regno Unito saranno strettamente coinvolti nella definizione del progetto, il quale comprenderà ricercatori delle università di Sheffield, Dundee ed Exeter e partner internazionali dagli Stati Uniti, in Giappone e in Svezia.
La finalità del progetto è quello di creare una tecnologia che tenga pienamente conto delle esigenze degli utenti, e che spazi dai robot per assistenza e compagnia ai sofisticati sistemi di tecnologie vocali. Si tratta di un progetto unico, che riunisce ricercatori di tutto il mondo e provenienti da contesti molto diversi, chiamati a capire meglio come la disabilità e la tecnologia interagiscono e in che modo l’interazione potrebbe svilupparsi in futuro, con un tasso di cambiamento tecnologico sempre maggiore.
La ricerca non solo produrrà nuove idee su come la disabilità viene vista in un mondo in cui l’intelligenza artificiale e la robotica influenzeranno il modo in cui si vive, ma creerà anche nuove tecnologie che possono essere utilizzate dalle persone con disabilità oggi.
I partner del progetto realizzeranno film, mostre di design, parteciperanno a festival artistici e mostreranno il loro lavoro alle fiere tecnologiche nel Regno Unito e all’estero. Le competenze accademiche comprenderanno studi letterari e culturali, scienze umanistiche e filosofia medica, progettazione per la disabilità, ingegneria della produzione e robotica.
L’approccio critico studierà come la società racconta le storie di disabilità e tecnologia e i modi in cui vengono rappresentati nella letteratura e nei film. Esplorerà come i corpi sono stati immaginati nel futuro, per esempio nella fantascienza, e come questo sia in risonanza con le persone disabili.
I vari team di ricerca condurranno attività di progettazione insieme ai bambini e agli anziani disabili allo scopo di co-progettare tecnologie assistive di prossima generazione. Particolare attenzione verrà data ai robot animali da compagnia, i quali potrebbero ridurre l’ansia nei bambini in un ambiente ospedaliero, e sui robot di telepresence, che potrebbero consentire agli utenti più anziani di agire o interagire a distanza controllando il robot.
Oltre ai partner del progetto, il team appartenente all’Università di Sheffield guiderà il lavoro insieme all’NHS Foundation Trust della stessa città, ai ricercatori della Carnegie Mellon University degli Stati Uniti, alla Kyushu Institute of Technology del Giappone e alla Consequential Robotics, società spin-out dell’Università di Sheffield.