La Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (FISH) torna a parlare della pubblicazione dei Livelli Essenziali di Assistenza, mettendone in risalto i punti deboli sia in merito ai contenuti sia in merito all’applicabilità degli stessi. Tra le critiche espresse dalla Federazione v’è il fatto che alcuni punti non sono ancora stati recepiti, “se non in modo residuale”.
Tra i punti non ancora attuati v’è ad esempio la raccomandazione che sia previsto il coinvolgimento della persona disabile e della sua famiglia nella predisposizione del percorso assistenziale, la garanzia che alle persone disabili sia fornita continuità assistenziale attraverso il progetto individuale previsto nella legge 328 del 2000, e l’esplicita richiesta di escludere dalle sessioni di gara alcuni prodotti protesici di serie che hanno bisogno di un percorso prescrittivo individualizzato e di un appropriato percorso di valutazione.
Oltre a queste materie che non sono ancora tate messe in pratica, FISH ribadisce le critiche al testo anche sul fronte dei contenuti, che dalla prevenzione alla diagnosi, dalla riabilitazione alle prestazioni protesiche, dai servizi ospedalieri ai servizi sociosanitari, dalle malattie rare a quelle croniche mostra alcune criticità.
Ci sono poi da sottolineare delle criticità anche a livello di LEA che FISH ha già avuto modo di dibattere e che sono trasversali ai contenuti. Ma di preciso che cos’è che non va sul fronte LEA? Tra le diverse cose, FISH non vede di buon occhio il fatto che alcuni aspetti vengano demandati ad una serie di intese tra Stato e Regioni, perché questo ulteriore balzello non fa altro che allungare i tempi affinché i LEA possano venire applicati in modo reale e concreto già nel breve termine.
Inoltre sono pendenti anche le decisioni che dovrebbe prendere la Commissione nazionale per l’aggiornamento dei LEA e da cui sono state escluse le organizzazioni dei pazienti e delle persone affette da disabilità. La Commissione avrebbe dovuto presentare la proposta di aggiornamento entro il 15 marzo scorso, per cui il termine ultimo per andare avanti è già ampiamente scaduto.