La demenza giovanile (Young Onset Dementia, YOD) rappresenta un quadro di decadimento cognitivo che impatta sulla qualità della vita delle persone prima dei 65 anni.
Sebbene sia meno comune rispetto alla demenza senile, ha un impatto devastante sulla vita dei pazienti e delle loro famiglie, poiché colpisce individui in piena attività lavorativa e con responsabilità familiari.
Cause e tipi di demenza giovanile
Le cause della demenza nei giovani sono molto diverse rispetto a quelle che si presentano durante l’esordio in età senile.
L’Alzheimer è la causa più frequente anche se, nella popolazione con età sotto i 65 anni, la percentuale è minore: 15-40% contro il 50-70%. Nei giovani sono più frequenti le forme genetiche di Alzheimer con trasmissione ereditaria.
Altre delle cause più diffuse sono:
- Demenza frontotemporale: caratterizzata da cambiamenti comportamentali e difficoltà nel linguaggio.
- Malattia di Huntington: un disturbo genetico che provoca un deterioramento progressivo delle funzioni cognitive e motorie.
- Demenza vascolare: causata da problemi di circolazione sanguigna nel cervello.
- Malattia di Creutzfeldt-Jakob: una forma rara e aggressiva di demenza legata a prioni.
- Sclerosi multipla avanzata, in alcuni casi associata a sintomi di deterioramento cognitivo.
- Malattie metaboliche o autoimmuni, come il lupus o la malattia di Wilson, che possono colpire il sistema nervoso centrale.
- Traumi cranici ripetuti, spesso osservati in atleti o persone che hanno subito colpi alla testa nel corso della vita.
I sintomi della demenza giovanile
Tra i primi sintomi di esordio della demenza giovanile ci sono problemi di memoria, difficoltà di linguaggio, cambiamento comportamentali, crisi epilettiche, disturbi della vista, ecc.
A differenza della demenza senile, la demenza giovanile viene spesso diagnosticata in ritardo, poiché i sintomi possono essere confusi con depressione, stress o altri disturbi psichiatrici.
Diagnosi
La diagnosi della demenza giovanile si presenta quando l’individuo è ancora in attività lavorativa, il che può portare a problemi di tipo assicurativo e previdenziale che incidono dal lato psicologico ed economico.
Le disabilità provocate dalla malattia possono anche alterare gli equilibri in famiglia e le relazioni sociali.
Il percorso diagnostico è similare a quello della demenza senile, ma include anche test genetici e una consulenza genetica, utili a interpretare correttamente i risultati dei test e offrire alla persone maggiori informazioni per possibili trasmissione ereditarie ai figli.
Trattamento
Attualmente, non esiste una cura definitiva per la demenza giovanile, ma ci sono diversi approcci terapeutici che possono contribuire a rallentarne la progressione e a migliorare la qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie.
Tra i trattamenti farmacologici ci sono quelli a base di inibitori dell’acetilcolinesterasi (come donepezil, rivastigmina e galantamina), memantina e farmaci per la gestione dei sintomi comportamentali, tra cui antidepressivi, ansiolitici o antipsicotici.
A questi si aggiungono terapie complementari che possono aiutare i pazienti a preservare le capacità cognitive e motorie il più allungo possibile, come:
- Terapia occupazionale per aiutare i pazienti a rimanere autonomo durante le attività quotidiane;
- Stimolazione cognitiva tramite giochi, esercizi per la mente e attività artistiche/musicali;
- Fisioterapia e attività fisica, fondamentali per prevenire il declino motorio e migliorare la coordinazione.
Inoltre, è molto importante il supporto di caregiver e dei familiari, che devono, a loro volta, essere supportati psicologicamente e preparati con dei percorsi di formazione per aiutarli meglio a gestire i sintomi della malattia durante la quotidianità.