Cos’è il codice Braille, l’alfabeto dei non vedenti

Il codice Braille è stato ideato per permettere alle persone non vedenti di comunicare attraverso un proprio alfabeto.

linguaggio braille

Questo sistema di scrittura fu ideato da Louis Braille nel 1829, rimasto cieco a tre anni, e poi riconosciuto a livello internazionale e utilizzato in tante lingue diverse. Scopriamo di più.

Cos’è il linguaggio Braille

Il Braille è il codice di scrittura e lettura più usato dai non vedenti, basato su sei punti in rilievo. Quasi tutti i simboli sono riconosciuti universalmente, motivo per il quale può essere utilizzato in tante lingue del mondo.

Non si tratta di una lingua ma di un mezzo di scrittura usato per rappresentare numeri, lettere dell’alfabeto, punteggiatura, simboli matematici e musicali.

L’alfabeto Braille consiste in celle rettangolari contenenti un massimo di sei punti in rilievo, disposti in due colonne da tre punti ciascuna.

Ogni punto ha una posizione numerata da 1 a 6, come mostrato qui:

⠁  (Punto 1)

⠃  (Punti 1 e 2)

⠇  (Punti 1, 2 e 3)

Ogni combinazione di questi punti rappresenta una lettera, un numero, un segno di punteggiatura o un simbolo musicale. Ad esempio:

  • Lettere dell’alfabeto:
    ⠁ = A, ⠃ = B, ⠉ = C
  • Numeri:
    ⠼⠁ = 1, ⠼⠃ = 2
  • Simboli di punteggiatura:
    ⠲ = punto, ⠶ = parentesi

Questo codice di scrittura richiede una grande quantità di spazio, motivo per il quale, per molte lingue, è stato introdotto il Braille di grado 2, che con un unico simbolo permette di rappresentare gruppi di lettere o intere parole. Il significato del Braille però cambia in base alla lingua perché il simbolo va a ricollegarsi a specifici costrutti ortografici, ed è utilizzato soprattutto nei paesi francofoni e anglofoni.

Scrittura Braille

Scrivere in Braille richiede un metodo particolare perché i punti in rilievo devono essere impressi sul lato opposto della pagina. Questo comporta la necessità di invertire sia l’ordine dei caratteri, scrivendo da destra verso sinistra, sia la disposizione dei punti.

Ogni carattere Braille si costruisce combinando fino a 6 punti disposti in due colonne verticali da tre. Le lettere si rappresentano con uno o più punti in specifiche posizioni. Per esempio, le prime dieci lettere dell’alfabeto, dalla A alla J, usano solo i punti superiori della cella. Dalla K alla T, si aggiunge il punto inferiore sinistro alle combinazioni precedenti. Infine, per le lettere dalla U alla Z, si utilizzano anche i due punti inferiori.

Anche i segni di punteggiatura seguono lo stesso principio. Ad esempio, un punto in basso a destra indica che la lettera successiva è maiuscola, mentre il simbolo del punto (.) è identificabile dalla combinazione di tre punti in posizioni precise.

Per scrivere in Braille si possono usare diversi strumenti, a seconda delle esigenze:

  • A mano: con una tavoletta e un punteruolo per incidere i punti.
  • Macchine per scrivere in Braille: che permettono di combinare i punti con facilità.
  • Tastiere e dispositivi digitali: che riproducono il sistema Braille e facilitano l’uso della tecnologia.

Grazie a questi strumenti, chi utilizza il Braille può leggere le lettere e i simboli toccando i punti in rilievo, rendendo la scrittura e la lettura accessibili anche senza la vista.

Quanto è importante il linguaggio Braille?

Per comprendere quanto sia importante l’alfabeto per ciechi possiamo prendere come riferimento i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) che quantifica in circa 285 milioni le persone con problemi visivi. 39 milioni sono cieche e le altre ipovedenti, mentre in Italia il 2,2% della popolazione ha patologie legate alla vista e lo 0,3% è affetta da cecità totale.

È quindi evidente come sia importantissimo avere a disposizione un sistema di lettura e scrittura internazionale per permettere alle persone non vedenti di comunicare, invenzione che ha migliorato il livello di qualità di vita dei soggetti disabili affetti da disturbi e patologie visive.

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