Il trasporto sanitario semplice si riferisce a tutte quelle forme di trasporto da e per un luogo connesso con la sanità.
Ad esempio, un’ambulanza che porta un ricoverato di un ospedale presso un altro nosocomio, oppure, il trasferimento da quest’ultimo alla propria abitazione.
Ci sono delle considerazioni da fare anche per i costi: le emergenze sono a carico quasi sempre del Sistema Sanitario Nazionale, a parte alcune eccezioni, mentre per il trasporto sanitario semplice privato, è il cittadino a farsi carico dei costi pagando aziende private.
Cos’è il trasporto sanitario?
Il trasporto sanitario è un servizio che si occupa di svolgere molteplici mansioni, anche molto diverse tra loro.
Nello specifico, bisogna chiamare un’ambulanza per:
- Trasporto verso ospedali e strutture sanitarie private;
- Dimissioni da strutture sanitarie sia pubbliche che private;
- Trasferimento per visite, medicazioni e controlli;
- Spostamenti tra le varie strutture sanitarie.
Le ambulanze devono rispettare le normative nazionali del Ministero dei Trasporti e della Navigazione, oltre che quelle regionali e le comunitarie per ciò che concerne l’equipaggiamento presente sui veicoli di soccorso.
La normativa nazionale è il Decreto Ministeriale n.553 del 17 dicembre 1987, in cui vengono descritti anche gli standard in termini di sanificazione e dispositivi di protezione.
Nell’ambulanza deve essere un autista soccorritore e almeno un soccorritore con brevetto BLS-D (rianimazione con defibrillatore semiautomatico).
È possibile anche fare richiesta di un infermiere o un medico, se le condizioni cliniche del paziente lo richiedono. In caso di ambulanze private, aumenta il costo della prestazione finale.
Quindi, per ciò che riguarda la dotazione dell’ambulanza, servizio pubblico e privato sono uguali e devono rispettare la stessa norma nazionale. La differenza sta nel costo: un ambulanza privata è a carico del cittadino che può chiedere il tipo di intervento e organizzare il trasporto secondo proprie esigenze.
Trasporto sanitario ordinario e di emergenza: le differenze
Si parla di trasporto sanitario ordinario quando viene fatta una richiesta di trasporto secondario, non di urgente, come il trasporto dei pazienti da e verso strutture sanitarie per esami diagnostici, trasferimenti o cure. È possibile usufruire di questo servizio sia col trasporto pubblico che privato.
Il trasporto sanitario d’emergenza, invece, è garantito dal SSN ed è rivolto a tutte le persone in pericolo di vita, ad esempio, infarto, incidente o caduta. Tuttavia, in alcuni casi, bisogna pagare il servizio d’emergenza, ovvero:
- Quando non ci si trova in una vera situazione di emergenza;
- Se non viene gestito dalla Centrale Operativa;
- Se il paziente può essere trasportato anche in automobile ( ad es. trasporto disabile in auto).
- Se il trasporto non segue un ricovero;
- Se il paziente ha rifiutato il trasporto pubblico;
- Quando il paziente decide da solo verso quale ospedale o pronto soccorso andare.
Trasporto sanitario a lunga percorrenza
Il trasporto sanitario può essere ordinario, in questo caso il team programma una strategia di assistenza per il paziente tenendo conto delle sue condizioni di salute; oppure non ordinario, cioè su lunga distanza.
In questo caso, anche se il trasportato non ha bisogno di cure particolari, nell’ambulanza è presente ugualmente un infermiere perché, sulle lunghe percorrenze si preferisce sempre avere a bordo un professionista che posso gestire eventuali situazioni di emergenza.
Se è prevista la presenza del medico, il costo finale della prestazione sanitaria sarà più alto. Per cui, per questo tipo di trasporto sanitario non c’è una vera e propria regola precisa, l’importante è che il trasferimento avvenga tenendo conto delle condizioni del paziente.