Reddito di Cittadinanza: come cambia nel 2023 per i disabili

All’inizio del 2023 la misura del Reddito di Cittadinanza è stata di fatto cancellata, sarà progressivamente sostituita da misure simili ma profondamente diverse. Per l’anno in corso restano comunque tutelate le famiglie in cui è presente almeno un disabile, così come altre tipologie di famiglie considerate fragili, per le quali la misura continuerà fino al termine del 2023.

Fine del Reddito di Cittadinanza

Sostanzialmente solo alcune famiglie continuano a percepire il Reddito di Cittadinanza a partire da agosto 2023. Questo perché la fase di transizione ha previsto che i beneficiari potessero continuare a percepire questo aiuto per soli 7 mesi; con l’arrivo di agosto i sette mesi sono terminati e quindi molte famiglie si sono trovate senza il Reddito di sostegno. Ci troviamo comunque in una fase di transizione, durante la quale alcune categorie di soggetti potranno continuare a ricevere il RDC fino alla fine dell’anno. In particolare sono le famiglie in cui è presente anche un singolo disabile che possono continuare a percepire il RDC, se ovviamente già questa misura era compresa tra le agevolazioni di cui godevano prima di agosto 2023. Allo stesso modo possono continuare a percepire il RDC, al termine del periodo di 7 mesi iniziale, anche le famiglie in cui è presente almeno un minorenne e almeno una persona con più di 60 anni di età. Ricordiamo però che a partire dal 2024 il Reddito di Cittadinanza sarà sostituito dall’Assegno di Inclusione.

Cos’è l’Assegno di Inclusione

Si tratta di una misura di sostegno al reddito rivolta alle famiglie che abbiamo già elencato sopra, ossia quelle in cui è presente:

  • Un disabile;
  • Un minorenne;
  • Un soggetto con più di 60 anni;
  • Un soggetto precedentemente segnalato ai servizi socio sanitari locali e con fragilità certificata.

Restano comunque tutte le limitazioni correlate al reddito annuo lordo della famiglia, che non deve superare specifiche soglie e caratteristiche. L’Assegno di Inclusione è infatti rivolto alle famiglie e ai singoli residenti in Italia da almeno 5 anni e cittadini di un Paese facente parte della Comunità Europea; in alternativa possono ottenere il reddito anche i rifugiati e i soggetti in possesso del permesso di soggiorno, in Italia o all’interno della Comunità Europea. Inoltre la percezione dell’Assegno è correlata alla sottoscrizione di un Percorso di inclusione sociale e lavorativa. Le famiglie che ancora percepiscono il RDC sono quindi chiamate a richiedere la nuova misura, la cui somministrazione partirà dal 1° gennaio 2024.

Chi può ottenere l’Assegno di Inclusione

Abbiamo visto che i requisiti per ottenere l’Assegno di Inclusione sono numerosi, tra questi vi è anche il reddito e i beni posseduti dal nucleo familiare che lo richiede. Nello specifico è l’ISEE l’indicatore da valutare, che deve essere inferiore ai 9.360 euro. Il reddito familiare deve essere inferiore ai 6.000 euro lordi annui, moltiplicati per un parametro che tiene conto della composizione della famiglia e dell’eventuale presenza di uno o più soggetti appartenenti alle categorie sopra esposte.
Nel caso in cui il nucleo familiare sia composto esclusivamente da soggetti disabili, o con età superiore ai 67 anni, il reddito da moltiplicare per il parametro ottenuto è pari a 7.560 euro annui. La dichiarazione per la richiesta deve essere inoltrata attraverso l’apposita modulistica presente sul sito dell’INPS.

Si accede a tale spazio sul web utilizzando lo SPID o la carta di identità elettronica, chi non possiede questi strumenti è chiamato ad attivarli prima del 2024. Le richieste devono essere corredate ovviamente dal’ISEE, che viene compilato dall’Agenzia delle Entrate. Sia la dichiarazione per la richiesta dell’Assegno di Inclusione, sia la richiesta dell’ISEE possono essere compilati direttamente dal soggetto richiedente, anche utilizzando appositi servizi disponibili presso i CAAF e altri enti simili. Esistono limitazioni anche per quanto riguarda il possesso di beni immobili e mobili; non può ricevere la misura chi possiede un patrimonio immobiliare con valore superiore ai 30.000 euro, o è intestatario di veicoli con cilindrata superiore ai 1600 cc.

Ammontare, durata, versamenti

Come avveniva per il Reddito di Cittadinanza, anche l’Assegno di Inclusione sarà versato mensilmente, per un massimo di 18 mesi. Al termine degli stessi è necessario attendere un mese prima di richiedere il rinnovo della misura di sostegno. Viene versato attraverso la Carta di Inclusione, un metodo di pagamento elettronico che consente di pagare varie spese e di prelevare contante dalle casse ATM, per un massimo di 100 euro mensili per componente del nucleo familiare. L’assegno non può essere inferiore ai 480 euro annui e l’ammontare è tale da permettere alla famiglia di raggiungere un reddito familiare pari a 6.000 euro annui, o ai 7.560 euro nei casi sopra esposti, moltiplicati per il parametro di cui abbiamo già parlato. I nuclei familiari che vivono in affitto possono ottenere un contributo per tale spesa, per una somma massima di 3.360 euro annui.
Nel caso in cui un soggetto del nucleo che percepisce l’Assegno di Inclusione dovesse trovare lavoro ha l’obbligo di comunicarlo tempestivamente all’INPS. Se l’Istituto verifica le variazioni durante un controllo, e la famiglia non le ha comunicate, perde immediatamente la possibilità di ottenere la misura di sostegno.

 

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