Nell’ingresso della spiaggia libera spunta una catena e il ragazzo in carrozzina non può accedere al bagnasciuga. E’ accaduto in un tratto di spiaggia del lungomare Da Vinci di Senigallia, luogo frequentato da molti turisti. Vittima di questa storia, però, è stata una famiglia di Jesi con un figlio disabile.
“Sono in campeggio e volevo raggiungere la spiaggia – ha raccontato la madre del ragazzo disabile -, quando a un certo punto ho trovato una catena. La gente passa sopra per entrare nell’arenile ma mio figlio non potrà andarci perché sopra la catena la carrozzina non ha certo modo di passare”. La polizia municipale e la guardia costiera, chiamate ad intervenire sulla questione, hanno spiegato che quella catena, che prima non c’era, appare irremovibile.
Da una veloce ricostruzione pare infatti che a metterla lì sia stato proprio il Comune perché trattandosi di un varco molto ampio, la gente era solita entrare in spiaggia con l’automobile. Insomma, quella famosa catena, inizialmente messa lì per funzioni di pubblica sicurezza, è finita col diventare un ostacolo per i diversamente abili. Una sorta di barriera architettonica per chi vorrebbe accedere al mare pur trovandosi in sedia a rotelle.
Ora quindi c’è da risolvere una questione ambigua, perché se da una parte bisogna tutelare il ragazzo e tutti i disabili come lui, dall’altra non si può certo pensare di fare sconti sul fronte della sicurezza. Perché togliendo la catena c’è la più assoluta certezza che un minuto dopo ci sarebbe un’auto pronta ad entrare in quel passo. E pur mettendo dei paletti non si risolverebbe alcunché visto che il passo serve sia largo per permettere ai mezzi preposti di entrare, pulire l’arenile e poi uscire.
Il nocciolo della questione alla fine dei fatti rimane sempre lo stesso: se le persone fossero civili e rispettose degli altri, oltre che dell’ambiente, tutto questo caso non avrebbe avuto motivo di venir fuori.